Eccoci arrivati all’ultima tappa del nostro viaggio nel protocollo FUTURE: l’Esperienza. Definita come la “conoscenza diretta, personalmente acquisita con l’osservazione, l’uso o la pratica, di una determinata sfera della realtà” (cfr. Treccani), per noi il mondo della sedia. Ma scopriamo più nel dettaglio cosa per noi rappresenta davvero l’esperienza.
Ma come si fa esperienza?
Imparando! L’esperienza non può prescindere dalla formazione, sia data che acquisita. Non smettiamo mai di imparare come non smettiamo mai di insegnare. L’esperienza viene appresa attraverso la formazione e allo stesso modo è trasmessa.
Quanti di noi vorrebbero conoscere tutto. Quanti si aspettano dagli altri infinite capacità per non impiegare del tempo a spiegare una procedura, un concetto, una mansione. Ma ricordiamoci però che non c’è esperienza senza formazione e non c’è nemmeno formazione senza esperienza.
La chiave è imparare non solamente attraverso i libri, ma anche guardando con i propri occhi, sperimentando con le proprie mani, sbagliando e soprattutto condividendo.
La formazione come esperienza
Nello scorso articolo vi abbiamo presentato l’iniziativa RefittiaMo la scuola. Il motivo per cui abbiamo scelto di “refittare” la scuola risiede proprio nella formazione. Perché riteniamo che sia necessario partire da lì per determinare un cambiamento.
Vi portiamo l’esempio di JA Italia Junior Achievement, un’organizzazione non-profit dedicata all’educazione economico-imprenditoriale nella scuola. Attraverso la condivisione delle esperienze imprenditoriali nelle scuole promuove un nuovo approccio all’istruzione e alla formazione dei giovani.
Fra gli imprenditori che affiancano gli insegnanti mettendo a disposizione esperienza, competenza e passione supportando gli studenti nella realizzazione di mini imprese c’è anche il nostro CEO Lorenzo Braida.
Formare attraverso la condivisione del sapere e dei valori che ci muovono, stimolando la curiosità e lo scambio reciproco, rappresenta un’opportunità per costruire la propria esperienza. Solo in questo modo la formazione diventa esperienza e l’esperienza diventa formazione.
L’esperienza come formazione
Per quanto preparati ed esperti in materia di sedute, c’è sempre una variabile che può sfuggire al nostro controllo e che può essere appresa solo dall’esperienza diretta, soprattutto se riguarda l’aspetto culturale di un paese.
Le informazioni che abbiamo raccolto nel corso degli anni ci hanno fatto capire quanto sia importante prestare attenzione al fattore culturale nell’approcciare i mercati esteri, sia nella realizzazione del design che nella cura dei dettagli.
Ad esempio, sapere che i paesi arabi prediligono design elaborati e finiture dorate o di legno lucido, mentre i paesi nordici amano un design semplice e delle finiture naturali, sono indicatori fondamentali per scegliere la direzione da seguire in un dato progetto.
Forse questo aspetto ora vi sembra scontato, ma all’inizio non è stato così. Per farvi comprendere meglio, condividiamo con voi un piccolo aneddoto che ci è accaduto qualche tempo fa.
Abbiamo spedito in Giappone dei campioni di sedie realizzati con un tessuto di colore bianco, perché il cliente ci aveva chiesto di utilizzare una stoffa presente nel nostro magazzino. Al ricevimento dei campioni, la sua reazione ci ha spiazzato: “Le sedie sono belle, ma il colore bianco da noi è associato al lutto…”
La condivisione dell’esperienza
Per formarci quindi possiamo scegliere due strade: conoscere per poi fare esperienza oppure il contrario. L’importante è che per comprendere e capire davvero qualcosa sono sì necessarie conoscenza ed esperienza, ma anche condivisione.
La condivisione con l’altro apre le porte allo scambio e all’interazione, dai quali non si smette mai di imparare. Che sia per un nuovo progetto da realizzare oppure una particolare modifica da effettuare ad una seduta, questi continui stimoli ci spingono a ricercare sempre più e sempre meglio.
Questo è il segreto dell’esperienza: condividere. Il nostro desiderio nel concludere una commessa, oltre a vedere il nostro cliente felice del lavoro svolto è anche quello di essere portatori di un’identità. Quell’identità che abbiamo condiviso con voi nel corso di questi sei articoli e a cui abbiamo dato il nome di FUTURE.
Focus, Unicità, Traduzione, Utilizzo, Refitting ed Esperienza. Queste le parole che abbiamo scelto per raccontarvi chi siamo.
Ed è proprio della nostra esperienza che vi racconteremo sabato 11 giugno, durante l’evento del Fuorisalone “Hotel Regeneration Hybrid Restaurant” di Simone Micheli. Alle ore 12:00 infatti, il nostro CEO Lorenzo Braida vi illustrerà di persona il nostro protocollo FUTURE e i nuovi modelli di sedute realizzati secondo tali principi.